A24; a Civita Sud il Servizio di assistenza automobilistica per l’emergenza neve

Le precipitazioni nevose che hanno interessato tutta la tratta autostradale Roma-Teramo e Pescara, comportano una serie di disagi per gli automobilisti. Per quanti viaggiano in direzione di Teramo, e provenienti dalla capitale romana, l’occasione giusta è una sosta all’Area di Servizio Civita Sud – Total Erg per qualsiasi esigenza di assistenza automobilistica anche nelle condizioni più avverse. Un servizio professionale risolverà il problema, e si dispone di una vasta gamma di prodotti quali additivi anticongelamento, catene per auto, piccoli interventi di manutenzione, area ristoro, expo e servizi igienici.

L’Area di Servizio Civita Sud Total Erg

Qualche notizie sull’area di servizio: Sull’autostrada A24/A25 (Strada dei Parchi)  nella carreggiata di percorrenza per chi proviene da Roma ed è diretto verso Teramo/Pescara e precisamente al Km 47,850. si trova l’area di servizio “Civita Sud” di SerafiniGroup. Qui gli automobilisti non sono dei semplici viaggiatori ma dei veri e propri clienti ai quali viene riservato un servizio di eccellenza a 360°. Si può fare un rifornimento nella piu’ assoluta sicurezza di utilizzare per il veicolo un carburante sicuro, rispettoso dell’ambiente e del motore da alimentare. Un comodo ed amplissimo parcheggio, consente di fare una sosta unica nel suo genere. Una vasta esposizione di mobili d’antiquariato, arredi, oggettistica, market per l’auto, design e molto altro. Una ottima occasione per riposarsi, osservando l’area expo dedicata ai viaggiatori. Molti inoltre sono i servizi offerti; dalla possibilità di sottoscrivere abbonamenti presso gli impianti sciistici di Campo Felice, a quella delle ricariche telefoniche……. I servizi igienici sono curati con trattamento igienizzante continuo per garantire il massimo comfort e sicurezza anche in questo contesto. Per chi volesse poi approfondire la conoscenza del mobile antico può visitare lo show room di Serafini Antichità, oltre tremila metri quadrati di esposizione. Dunque vale sicuramente la pena di effettuare la sosta in questa area di servizio, situata appena poco prima dell’uscita autostradale Carsoli/Oricola.

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Il fascino dell’antico e l’arte del restauro

Il passato ci regala bellissimi esempi su alcuni tratti della sua storia. Prendiamo ad esempio dei monumenti, opere d’arte, tradizioni o semplici manufatti. Ciascuno di essi , riesce a far rivivere emozioni legate al pensiero di vite che si sono intrecciate con quegli oggetti o hanno prodotto quelle opere.
Un mobile antico è un esempio di una testimonianza di vita  nelpassato che ha vissuto la sua storia ed è arrivata fino al nostro tempo. Ma  è’ anche un prodotto affascinante, anche perchè racchiude in sè ricordi ed il mistero di poter pensare a cosa avrà vissuto quel pezzo d’arredamento, di quali stanze è stato un componente, quali segreti ha nascosto e quali mani lo hanno curato o usato.
I mobili antichi hanno il fascino dell’oggetto privato, forse amato, forse indifferente, ma che comunque ha vissuto l’intimità di una famiglia.

Molti vecchi mobili, antichi o d’epoca, sono conservati in buono stato e necessitano soltanto di un’adeguata lucidatura per tornare al loro originario splendore. Altri, purtroppo, hanno subito maggiori peripezie o sono stati troppo trascurati ed hanno bisogno di mani esperte che sappiano eliminare i danni e risanare segni che non sono soltanto quelli, comprensibili, del tempo trascorso.

La figura del  restauratore assume oggi un ruolo importantissimo, e che viene svolta per per passione,nel riportare i vecchi mobili del passato a nuova vita. Un’arte che è una vera e propria mission per Serafini Antichità.
Nei laboratori di Serafini Antichità il personale è formato  e conosce perfettamente le caratteristiche di ogni epoca, dal punto di vista degli stili e degli arredi. Non sarebbe infatti possibile portare a termine un ottimale restauro senza avere contezza di questi elementi.

Le antiche botteghe di restauro, quelle che si trovano nei centri storici delle grandi città o, quasi anonime e nascoste, discrete, nelle stradine dei paesi, spesso sono forti dell’esperienza maturata da decenni di attività, tramandata da padre in figlio.

 

Quando si focalizza l’attenzione su un mobile antico, o anche solo datato, che è in casa, oppure di cui si viene in possesso acquistandolo in un mercatino o scovandolo in una soffitta, il desiderio di volerlo “rimettere a nuovo” è quasi inevitabile.
Probabilmente si vaglia anche l’ipotesi di potercisi dedicare da soli, come un hobby appassionante.
Restaurare un mobile non è un’impresa impossibile, ma certamente non è facile. Il parere dell’esperto occorre quantomeno per aiutare ad identificare l’epoca dell’oggetto ed il suo valore, se non lo si conosce con sicurezza.
Il restauratore può anche dare consigli sugli interventi necessari, poichè una semplice pulizia e lucidatura può essere tentata da soli, ma se è necessario sverniciare, fare trattamenti antitarlo o interventi di falegnameria, a meno che non si sia abbastanza bravi e ben attrezzati, il fai da te può risultare difficoltoso ed anche controproducente.
Il linea di massima, si consiglia di cimentarsi da soli se il mobile è semplicemente vecchio o comunque di relativo valore e si propende per l’intervento di persone qualificate quando il mobile è di un certo prestigio.

La patina del mobile antico ha un grande valore, che una persona non esperta potrebbe non riuscire a salvaguardare. Non si tratta della verniciatura, tant’è vero che un mobile sverniciato può essere in patina. La patina, così importante nel determinare il valore del mobile antico è qualcosa che si ferma nei primi strati del legno; sono i segni del tempo che non intaccano la sua bellezza, ma la esaltano. Togliere la patina ad un mobile antico può significare il dimezzamento del suo valore e solo un bravo restauratore riesce a conservare questi segni, cancellando invece quelli che deturpano ed offuscano l’oggetto.

 

Il legno nella storia; approfondimento

Il legno insieme al fango, alla pietra ed ai mattoni crudi è stato tra i primi materiali utilizzati dall’uomo per la costruzione d’architetture stabili, ad incominciare dai sistemi a palafitta. Nondimeno per il suo favorevole rapporto peso/resistenza ha rappresentato la risorsa più indicata per la realizzazione d’ambienti di vita confinati in grado di essere facilmente trasportati dalle popolazioni non stanziali: si veda, ad esempio, la struttura d’elevazione verticale della tenda. Ha costituito per molti secoli l’unico materiale adatto a realizzare strutture portanti orizzontali per la sua leggerezza, resistenza a trazione e disponibilità dimensionale. Fin dall’antichità è stato usato con continuità per tutti i componenti costruttivi, sia portanti che complementari. Soprattutto per l’edificazione di uno scheletro ligneo autoportante che permetteva di velocizzare sensibilmente le operazioni costruttive, da complementare poi con tamponamenti leggeri o pesanti che collaborano all’irrigidimento di tutto il complesso strutturale. A favore del legno hanno giocato sicuramente: per molte regioni, una diffusa possibilità d’approvvigionamento in natura un’agevole lavorabilità una spiccata duttilità applicativa una leggerezza che consente un facile trasporto e un’altrettanto agevole messa in opera, senza risultare limitante per l’ottima resistenza meccanica. Se il legno esposto all’aria e all’ambiente umido si degrada facilmente, a causa dell’attacco d’insetti e microrganismi, in ambiente anaerobico e oscuro tende a conservarsi per secoli (vedi il caso delle fondazioni a pali di legno su cui poggia Venezia: il fango in cui sono infissi i pali li ha mantenuti integri per millenni).

Rispetto agli altri materiali tradizionali impiegati nelle costruzioni, il legno possiede una peculiarità unica: reagisce bene sia a compressione sia a trazione e proprio per questo è stato possibile il suo impiego per gli elementi inflessi. Inizialmente il legno veniva spesso impiegato per la realizzazione di molteplici parti: oltre che per le strutture d’elevazione orizzontale ed inclinata (solai e coperture a falde), anche per le chiusure verticali e partizioni interne. Un esempio noto è certamente le infinite tipologie dei primi ripari a capanna dove il tronco e gli apparati connessi servivano per realizzare praticamente la quasi totalità del sistema edilizio. Dove invece gli alberi non erano così abbondanti, i tamponamenti ed i sistemi di chiusura vedevano l’introduzione di sistemi complementari. Un passo importante è rappresentato dalla nascita dei sistemi costruttivi ad intelaiatura lignea più o meno diffusa dove gli elementi diagonali sono inseriti all’interno della maglia ortogonale deformabile per garantire un insieme d’elementi triangolari e quindi indeformabili. L’elemento costruttivo in legno lasciato a vista è stato tuttavia quasi sempre sinonimo di costruzione povera o comunque provvisoria: l’architettura di pregio e quella monumentale volute e progettate per durare nei secoli tendevano a limitare l’uso di questo materiale o a proteggerlo, nascondendolo sotto rivestimenti in pietra o intonaco. Gli elementi lignei vennero sostituiti con il tempo da materiali più duraturi che tendevano a soddisfare requisiti come per esempio la resistenza dell’edificato agli incendi che si sviluppavano all’interno di perimetri urbani. Con la nascita dei nuovi centri urbani nelle grandi colonizzazioni delle zone boschive occidentali, alle costruzioni in tronchi, che mostravano un carattere ed un aspetto piuttosto duraturo, ma allo stesso tempo grezzo, e che richiedevano un pesante lavoro unitamente a grandi quantità di materiale, si sostituirono in parte dei veri e propri nuovi brevetti costruttivi che rispondevano alle mutate esigenze del mercato: velocizzazione delle operazioni di posa, impiego d’unioni facili e veloci (con chiodi), diminuzione del numero d’operai durante la fase di costruzione.

Il legno raramente concorre oggi autonomamente alla completa realizzazione di parti fondamentali dell’edificio quali la struttura e la chiusura, come invece accadeva in alcune tipologie della tradizione montanara che utilizzava pareti portanti in legno e legno massiccio unito principalmente con incastri. Con l’avvento del sistema ad intelaiatura gli elementi tecnici sono risolti con l’impiego di segati uniformati di piccole dimensioni che condizionano tutto i,processo tecnologico. Negli edifici della tradizione nord e centro Europa la struttura a traliccio ligneo acquista importanza tale da poter essere considerata la scelta tecnologica dominante: il tamponamento murario deve presentare consistenza sufficiente a irrigidire la maglia lignea soggetta a deformazioni elastiche e quindi deve essere scelto in funzione delle caratteristiche della struttura portante. Attualmente le opere in legno vengono impiegate nella nuova costruzione per lavorazioni secondarie e ben poche lavorazioni primarie. Queste soluzioni non sono in grado di condizionare le altre parti della costruzione divenendo un mix tecnologico globale dove le opzioni tecniche sono autonome l’una rispetto all’altra. L’evento che diede una svolta all’intero mercato ed alla concezione delle prassi costruttive acquisite fu la riscoperta del legno per impieghi principalmente strutturali realizzata attraverso varie espressioni del legno ricostruito tra cui primo tra tutti il legno lamellare. Questa tecnologia ha influenza rilevante sulle chiusure verticali e superiori diventando in questa maniera un’opzione tecnologica globale che delinea un vero e proprio stile di intervento. Anche per questa tecnologia però l’uso più corretto in termini di rapporto costo/prestazione sembra risultare, almeno per alcune tipologie di edificio, quello di strutture in elevazione orizzontale o inclinata da affiancarsi a strutture verticali in cemento armato, ribadendo concetti di specializzazione e tecnologie miste. Si ha quindi un’esaltazione delle capacità singole: per il c.a. resistenza a compressione e massa (strutture principalmente compresse come pilastri e fondazioni, cioè strutture verticali), mentre per il legno lamellare leggerezza e resistenza a flessione (quindi strutture flesse come travi, cioè strutture orizzontali). In conclusione si può affermare che, salvo rare eccezioni, la tecnica del legno massiccio e quella del legno lamellare, sono impiegate all’interno della logica del mix tecnologico che ha come obiettivo quello di dare ad ogni elemento tecnico, ad ogni parte dell’organismo edilizio una soluzione tecnologica corretta e appropriata.