Giovan Battista Piranesi: maestro dell’incisione e visionario dell’antichità

Giovan Battista Piranesi (1720-1778) è una delle figure più iconiche del panorama artistico e culturale del Settecento italiano. Celebre per le sue incisioni che combinano maestosità architettonica e immaginazione visionaria, Piranesi fu non solo un artista di straordinaria abilità tecnica, ma anche un appassionato archeologo e teorico dell’architettura.

Infanzia e Formazione

Piranesi nacque il 4 ottobre 1720 a Mogliano Veneto, vicino a Treviso, in una famiglia di origine modesta. Il padre era muratore e la madre proveniva da una famiglia di architetti. Questo contesto familiare influenzò profondamente il giovane Giovan Battista, che fin da subito mostrò un interesse per l’architettura e le arti visive. Studiò a Venezia, apprendendo i fondamenti dell’architettura, del disegno e dell’incisione sotto la guida di maestri come Carlo Zucchi e Matteo Lucchesi.

Arrivo a Roma: La Grande Ispirazione

Nel 1740, Piranesi si trasferì a Roma, un evento che segnò una svolta nella sua carriera e nella sua visione artistica. Roma, con le sue rovine maestose e la sua storia millenaria, divenne per lui una fonte inesauribile di ispirazione. Qui Piranesi studiò le antichità classiche, approfondendo la loro struttura e il loro significato culturale.

L’incontro con Giuseppe Vasi, un noto incisore dell’epoca, fu cruciale: sotto la sua guida, Piranesi affinò le tecniche dell’incisione, che presto trasformò in un’arte personale e distintiva.

Le Vedute di Roma

Piranesi è particolarmente noto per la serie di incisioni intitolata Vedute di Roma, iniziata intorno al 1748. Questa monumentale raccolta raffigura le rovine dell’antica Roma con un senso di grandiosità e dramma che supera la semplice documentazione. Le vedute di Piranesi non solo celebrano la gloria dell’antichità, ma interpretano gli edifici con una sensibilità romantica, enfatizzando il contrasto tra l’imponenza delle strutture e la loro decadenza.

Le Carceri d’Invenzione

Un altro capolavoro di Piranesi è la serie di incisioni intitolata Carceri d’Invenzione (Carceri d’Immaginazione), pubblicata per la prima volta nel 1745 e poi rivisitata nel 1761. Queste incisioni rappresentano spazi architettonici immaginari, vasti e labirintici, pieni di scale senza fine, ponti sospesi e macchinari enigmatici. Le Carceri sono considerate un’opera visionaria, che anticipa temi del Romanticismo e del Surrealismo, e dimostrano l’incredibile capacità di Piranesi di fondere realtà e fantasia.

Piranesi Archeologo e Teorico

Oltre alla sua produzione artistica, Piranesi fu un fervente sostenitore della superiorità dell’architettura romana su quella greca. Questa convinzione lo portò a pubblicare diversi saggi, tra cui il celebre Della Magnificenza ed Architettura de’ Romani (1761), dove sosteneva che l’architettura romana fosse un’evoluzione della tradizione etrusca, piuttosto che un’imitazione di quella greca.

Le sue ricerche archeologiche lo resero una figura rispettata nel panorama intellettuale dell’epoca. Grazie al suo studio minuzioso delle rovine, Piranesi contribuì a preservare la memoria dell’antichità e a promuoverne la conoscenza in Europa.

Eredità e Influenza

Giovan Battista Piranesi morì il 9 novembre 1778 a Roma, lasciando un corpus di opere che continua a ispirare artisti, architetti e studiosi. Le sue incisioni non solo documentano la magnificenza di Roma antica, ma ne catturano anche l’anima, evocando un senso di sublime e misterioso.

Il suo lavoro ebbe un impatto duraturo su movimenti successivi come il Neoclassicismo e il Romanticismo, influenzando figure come John Soane e Samuel Taylor Coleridge. Anche oggi, le sue visioni architettoniche rimangono un punto di riferimento per chiunque cerchi di comprendere la relazione tra arte, architettura e immaginazione.

Giovan Battista Piranesi fu un uomo del suo tempo e al contempo un precursore del futuro. La sua capacità di trasformare le rovine in opere d’arte che esprimono grandezza e malinconia lo rende una figura unica nella storia dell’arte. Attraverso le sue incisioni, Piranesi ci invita non solo a guardare il passato, ma a immaginarlo, rendendolo parte viva del nostro presente.

Si accende il Natale da Serafini Antichità, tante nuove idee per le festività!

Oricola – Con l’arrivo del periodo più magico dell’anno, Serafini Antichità apre le sue porte al Natale 2024, regalando ai suoi visitatori un’esperienza unica e suggestiva. Situato nella splendida cornice di Civita di Oricola, in località Colle San Giovanni, il prestigioso show-room si veste di luce e creatività per offrire una selezione esclusiva di collezioni di design natalizio, perfette per trasformare gli ambienti in luoghi di festa indimenticabili.

Collezioni di Design per un Natale Elegante

Ogni pezzo esposto da Serafini Antichità riflette una straordinaria cura per i dettagli, combinando la tradizione artigianale con il gusto contemporaneo. Le collezioni presentate per il Natale 2024 si distinguono per la loro capacità di coniugare eleganza e originalità, offrendo ispirazioni uniche per decorare la casa e creare atmosfere accoglienti e raffinate. Dai centrotavola decorativi ai complementi d’arredo, ogni elemento è pensato per celebrare la bellezza del Natale con stile.

Regali Originalissimi per Sorprendere Chi Ami

Serafini Antichità non è solo il luogo ideale per rinnovare il tuo arredamento natalizio, ma anche per trovare idee regalo originali e uniche. La vasta selezione di oggettistica è pensata per soddisfare i gusti più esigenti: dalle piccole creazioni artigianali agli accessori più ricercati, ogni regalo racconta una storia e porta con sé un tocco di esclusività.

Oggettistica per la Tavola: Un Natale a Regola d’Arte

La magia del Natale si riflette anche nella cura della tavola, il cuore delle celebrazioni. Presso lo show-room è possibile trovare una vasta gamma di articoli per la tavola, pensati per arricchire i momenti conviviali con decori unici nel loro genere. Servizi di piatti raffinati, posate eleganti, bicchieri pregiati e decorazioni natalizie per la tavola si combinano per creare mise en place che incanteranno i tuoi ospiti.

Un’esperienza da vivere

Visitare lo show-room di Serafini Antichità significa immergersi in un mondo di ispirazione e bellezza, dove ogni angolo trasmette la passione per il design e l’attenzione ai dettagli. Un viaggio tra oggetti di qualità e collezioni curate che rendono speciale ogni momento del Natale.

Non perdere l’occasione di scoprire come rendere unici gli ambienti in cui si festeggia il Natale 2024. Vieni a trovarci a Civita di Oricola, località Colle San Giovanni, e lasciati conquistare dalle proposte esclusive di Serafini Antichità.

Le castagne tra cultura e storia

La storia delle castagne è affascinante e intrecciata con l’evoluzione delle civiltà umane, specialmente nelle regioni montuose d’Europa e dell’Asia. Questo piccolo frutto, nutriente e versatile, ha rappresentato una fonte di sostentamento importante per secoli, guadagnandosi il soprannome di “pane dei poveri” per il suo ruolo vitale nell’alimentazione di molte popolazioni.

Origini e diffusione delle castagne

La pianta del castagno (Castanea sativa), da cui provengono le castagne, è originaria dell’Asia Minore, precisamente delle regioni intorno al Mar Caspio, ma si è diffusa in tutta Europa fin dall’antichità. Il castagno si adattava facilmente ai terreni montani e poveri, spesso inadatti ad altre coltivazioni, rendendolo una risorsa essenziale per le popolazioni che vivevano in zone collinari e montuose. Le prime tracce di castagni coltivati risalgono a oltre 3.000 anni fa, e si pensa che Greci ed Etruschi abbiano contribuito alla diffusione della coltivazione della castagna in Italia.

I Romani apprezzavano le castagne per le loro qualità alimentari e le diffondevano nelle province dell’impero, dai Balcani fino alla Gallia. Essi non solo ne facevano consumo come cibo, ma impiegavano il legno del castagno in costruzioni e lavori artigianali, grazie alla sua resistenza e durevolezza. La castagna divenne così uno degli alimenti principali, in particolare durante l’inverno, quando altre risorse scarseggiavano.

L’importanza delle castagne nel Medioevo

Durante il Medioevo, il castagno divenne una vera e propria risorsa strategica in diverse aree dell’Europa, soprattutto nell’Italia settentrionale, in Francia, in Spagna e nei Balcani. In questo periodo, molti villaggi montani dipendevano quasi interamente dalle castagne, che costituivano una delle principali fonti di carboidrati e calorie. I boschi di castagno erano considerati tesori preziosi, tanto da essere regolamentati da leggi severe per proteggerli e conservarli.

Le castagne venivano raccolte in autunno, poi essiccate e conservate in locali appositi per essere consumate durante tutto l’anno. Venivano trasformate in farina di castagne, un ingrediente base per il pane e altri alimenti. Questo tipo di farina era un’alternativa essenziale alla farina di grano, soprattutto nei periodi di carestia o di guerra, quando le altre risorse scarseggiavano. In molte regioni italiane, come in Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte, la farina di castagne è stata per lungo tempo uno degli ingredienti più utilizzati e ha dato origine a piatti tradizionali, come il famoso castagnaccio.

La castagna come “pane dei poveri” e la rinascita nel Rinascimento

A causa della sua accessibilità e del basso costo, la castagna è stata soprannominata “pane dei poveri”. Era nutriente, abbondante e disponibile per gran parte della popolazione rurale, che viveva in condizioni economiche difficili. Oltre alla farina di castagne, si consumavano castagne bollite o arrostite, che fornivano un apporto calorico sufficiente per affrontare l’inverno.

Nel Rinascimento, la coltivazione dei castagni e l’uso della castagna si diversificarono ulteriormente. Anche se il grano cominciava a diventare più accessibile e diffuso, il consumo di castagne rimase importante, e nuove ricette vennero create per trasformare questo ingrediente tradizionale in piatti raffinati.

Il declino e la riscoperta della castagna nel XX secolo

Con l’industrializzazione e la conseguente urbanizzazione, il consumo di castagne iniziò a diminuire. La crescente disponibilità di grano, riso e mais ha sostituito in parte il ruolo delle castagne nella dieta quotidiana, relegandole a un alimento stagionale e quasi folkloristico. Inoltre, nel Novecento, una serie di malattie del castagno, tra cui il cosiddetto “cancro del castagno” e il cinipide galligeno, hanno decimato le piantagioni in Europa, mettendo a rischio questa risorsa naturale.

Fortunatamente, grazie a programmi di riforestazione e a tecniche di coltivazione innovative, il castagno ha conosciuto una rinascita, in particolare come risorsa di nicchia. Oggi le castagne stanno vivendo una sorta di “seconda giovinezza”, essendo rivalutate come alimento salutare e nutriente, ricco di vitamine, fibre e minerali. Vengono utilizzate non solo nella cucina tradizionale, ma anche nella preparazione di dolci, farine alternative e prodotti gourmet. Le sagre delle castagne, celebrate in molte regioni italiane, sono un tributo a questo antico frutto e alla sua storia.

La castagna nella cultura e nella gastronomia moderna

Oggi le castagne sono un alimento apprezzato non solo nelle aree rurali, ma anche nelle cucine di alta gastronomia. Piatti come il castagnaccio, la polenta di farina di castagne, le caldarroste e la marron glacé sono entrati a far parte del patrimonio culinario, diventando simboli di tradizione e di un ritorno alla semplicità. Inoltre, in tempi recenti, le castagne sono state riconosciute per i loro benefici per la salute: sono naturalmente prive di glutine e adatte a diete vegetariane e vegane.

In conclusione, la castagna ha attraversato millenni di storia, da alimento indispensabile per la sopravvivenza a simbolo di tradizione e genuinità. La sua evoluzione riflette la storia delle comunità rurali e il legame tra l’uomo e la natura, rendendo la castagna non solo un frutto, ma un elemento culturale di grande valore.

Torna l’ora solare, lancette indietro di un’ora

Domenica 27 ottobre 2024  torna l’ora solare: le lancette saranno spostate questa notte un’ora indietro dalle 3 alle 2 del mattino, le giornate si accorceranno ma si dormirà un’ora in più fino all’ultimo weekend del mese di marzo quando tornerà l’ora legale.

Presso il nostro show room amplissima collezione di orologi design.

La “Vespa poltrona” è tra i nuovi cult d’arredo di Serafini Antichità!

CIVITA DI ORICOLA – Serafini Antichità, celebre punto di riferimento per gli amanti del design e dell’arredamento d’epoca, è pronto a stupire con le sue nuove collezioni. Il suo amplissimo showroom di ben 3000 metri quadrati è stato recentemente arricchito con pezzi unici che non si possono trovare altrove. Tra le novità più interessanti spicca la Vespa Poltrona, un’originale creazione che coniuga la leggendaria iconica Vespa con un design comodo e funzionale. Un pezzo che è destinato a diventare un simbolo di classe e stile in qualsiasi ambiente.

La Vespa Poltrona rappresenta il perfetto connubio tra passato e innovazione: un omaggio alla cultura italiana del ‘Made in Italy’, resa ancor più speciale dalla qualità artigianale che caratterizza tutti gli arredi e i complementi di Serafini Antichità. Ma non è tutto: oltre a questa straordinaria novità, lo showroom propone una vasta gamma di nuove occasioni. Dai mobili d’antiquariato sapientemente restaurati a elementi decorativi ricchi di storia, ogni pezzo presente ha una storia da raccontare ed è in grado di fare davvero la differenza in qualsiasi spazio.

L’invito, dunque, è chiaro: per scoprire queste meraviglie, non resta che visitare di persona l’imponente showroom, aperto dal lunedì al sabato, dalle ore 8.00 alle ore 18.00. Immergiti in un viaggio nel tempo, alla ricerca del pezzo perfetto che saprà dare carattere e unicità alla tua casa o al tuo ufficio.

Non perdere l’occasione di apprezzare queste creazioni straordinarie. Vieni a scoprire la magia di Serafini Antichità e lasciati sorprendere da un’esposizione che non finisce mai di stupire.

per info: website www.serafiniantichita.it 

 

L’ora legale nella storia

Come ogni autunno è previsto il passaggio dall’ora legale che è entrata  in vigore dal 31 marzo 2024 a quella solare. Pertanto: nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, alle 3 A.M. tutte le lancette andranno spostate indietro di un’ora. 

Il cambiamento dell’ora influsice molto sulle abitudini e sulla qualità della vita delle persone e c’è stato sempre un ampio dibattito sul fatto di dover/voler lasciare sempre quella legale che assicura più luce durante il giorno.

L’ora legale, ossia l’avanzamento di un’ora rispetto all’orario solare, è una pratica che oggi ci sembra del tutto normale in molte parti del mondo. Tuttavia, la sua storia è relativamente recente e nasce da esigenze economiche e sociali ben precise.

Le Origini: l’Idea di Benjamin Franklin

L’idea di sfruttare meglio la luce naturale del giorno risale al XVIII secolo, e uno dei primi promotori di questa teoria fu Benjamin Franklin. Durante il suo soggiorno a Parigi nel 1784, Franklin, che era ambasciatore americano in Francia, scrisse una famosa lettera al quotidiano “Journal de Paris” in cui suggeriva di svegliarsi prima per sfruttare la luce solare e risparmiare sulle candele. La sua proposta era perlopiù ironica, ma portava con sé un concetto serio: adattare gli orari quotidiani alla luce naturale per risparmiare energia.

Nonostante le osservazioni di Franklin, la sua idea non venne presa seriamente in considerazione fino a circa un secolo più tardi.

I Primi Tentativi nel XIX Secolo: George Vernon Hudson

L’idea di un vero e proprio sistema di “ora legale” venne ripresa alla fine del XIX secolo. Uno dei primi ad avanzare una proposta concreta fu il neozelandese George Vernon Hudson, un entomologo appassionato che, nel 1895, propose di spostare avanti l’orario di due ore durante l’estate. Hudson era interessato a prolungare le ore di luce diurna per dedicarsi ai suoi studi sugli insetti. Sebbene la sua proposta non ebbe immediato successo, gettò le basi per il concetto moderno dell’ora legale.

Il Contributo di William Willett

Un’altra figura fondamentale nell’introduzione dell’ora legale fu l’inglese William Willett, un costruttore britannico che nel 1907 pubblicò un opuscolo intitolato The Waste of Daylight (Lo spreco della luce diurna). Willett propose di avanzare l’orologio di 20 minuti per quattro domeniche consecutive di aprile e ritardarlo allo stesso modo in settembre. Egli era convinto che questa modifica avrebbe migliorato la qualità della vita delle persone, permettendo di godere di più ore di luce durante il tempo libero. Nonostante l’appoggio di alcuni esponenti del governo britannico, la proposta di Willett non venne approvata immediatamente.

La Prima Guerra Mondiale e l’Adozione dell’Ora Legale

Il vero impulso all’introduzione dell’ora legale arrivò con la Prima Guerra Mondiale. Con la guerra in corso e la necessità di risparmiare carbone per l’industria bellica, la Germania fu il primo paese ad adottare ufficialmente l’ora legale nel 1916. Il Regno Unito e altri paesi europei, tra cui l’Italia, seguirono poco dopo, adottando l’ora legale come misura temporanea per aumentare l’efficienza energetica.

Negli Stati Uniti, l’ora legale fu adottata per la prima volta nel 1918, durante l’amministrazione di Woodrow Wilson, come misura per sostenere lo sforzo bellico. Tuttavia, la misura non era popolare, specialmente tra i contadini, e venne abbandonata alla fine della guerra.

L’Evoluzione dell’Ora Legale nel XX Secolo

Dopo la Prima Guerra Mondiale, l’ora legale venne abbandonata in molti paesi, per poi essere reintrodotta durante la Seconda Guerra Mondiale. In quel periodo, i governi cercavano nuovamente di risparmiare energia per sostenere gli sforzi bellici. Gli Stati Uniti, ad esempio, adottarono una versione permanente dell’ora legale, nota come “War Time”, tra il 1942 e il 1945.

Nel dopoguerra, l’adozione dell’ora legale diventò una questione di dibattito in molti paesi. Alcuni stati la adottarono in modo stagionale, mentre altri la abbandonarono completamente. In Italia, l’ora legale venne reintrodotta stabilmente nel 1966, e da allora è stata utilizzata con continuità, sebbene con alcuni aggiustamenti nel calendario di applicazione.

L’Ora Legale nel XXI Secolo: Tra Utilità ed Effetti Controversi

Oggi, l’ora legale è una pratica adottata in molti paesi del mondo, in particolare in Europa e in Nord America. Tuttavia, negli ultimi anni, la sua utilità è stata messa in discussione. Gli studi hanno dimostrato che il risparmio energetico legato all’ora legale è meno significativo di quanto si pensasse in passato, soprattutto con l’uso diffuso di energia elettrica e la crescente efficienza energetica degli edifici moderni.

Inoltre, l’ora legale può avere effetti negativi sulla salute, in quanto lo spostamento dell’orario può alterare il ciclo sonno-veglia, provocando disturbi del sonno e problemi di concentrazione, soprattutto nei giorni immediatamente successivi al cambio dell’ora.

A partire dal 2018, l’Unione Europea ha avviato un dibattito sulla possibilità di abolire l’ora legale. Una consultazione pubblica ha mostrato che la maggioranza dei cittadini europei sarebbe favorevole all’abolizione del cambio dell’ora, e nel 2021 il Parlamento Europeo ha votato per permettere agli stati membri di decidere se mantenere l’ora legale o adottare un orario fisso tutto l’anno. Tuttavia, una decisione definitiva a livello europeo non è ancora stata presa, e molti paesi continuano a seguire il tradizionale cambio stagionale dell’ora.

La storia dell’ora legale è un esempio di come le esigenze economiche, sociali e politiche abbiano influenzato le nostre abitudini quotidiane. Ciò che era iniziato come una proposta per risparmiare energia durante i periodi di crisi è diventato una pratica globale, seppur con numerose variazioni e critiche. Resta da vedere se, nei prossimi anni, l’ora legale continuerà ad essere parte delle nostre vite o se sarà definitivamente abolita in favore di un orario fisso.

 

in foto: orologio di collezione Serafini Antichità

Arredo design, il fascino del particolare è firmato Serafini Antichità

CIVITA DI ORICOLA – In arrivo una bellissima MINI D Van, particolari d’arredo design unici nel loro genere, ricercati ed affascinanti. Come tutte le collezioni che sono arrivate  ed altre che ne seguiranno per la nuova stagione autunno inverno. Lo show room sempre più ricco può essere visitato tutti i giorni dalle 8 alle ore ore 18.00 dal Lunedì al Sabato. Domenica chiuso.

Dunque on l’arrivo della stagione autunno-inverno, Serafini Antichità rinnova la sua offerta, presentando una straordinaria selezione di pezzi unici e ricercati per arredare con eleganza e sorprendere con design d’eccezione. Situato in un vastissimo showroom di oltre 3.000 metri quadrati, questo storico punto di riferimento per gli amanti dell’antiquariato e del design d’autore continua a distinguersi per la qualità e l’unicità delle sue proposte.

Pezzi di design ricercati per ogni stile

Le nuove collezioni di Serafini Antichità offrono una fusione perfetta tra passato e presente, in grado di soddisfare sia gli appassionati del design classico che quelli con un gusto più contemporaneo. Dai mobili antichi restaurati con cura e maestria, alle opere di design moderno che combinano estetica e funzionalità, ogni oggetto esposto nel showroom racconta una storia unica. L’attenzione ai dettagli e la ricerca di pezzi originali e fuori dal comune rendono l’esperienza di visita a Serafini Antichità un viaggio nel tempo e nello stile.

Un team esperto e professionale al vostro servizio

Visitare lo showroom di Serafini Antichità non significa solo ammirare pezzi unici, ma anche essere accompagnati da un team di esperti pronti a rispondere a ogni esigenza. Sia che si tratti di scegliere il mobile perfetto per un salotto sofisticato o di trovare l’elemento d’arredo che sorprenda in un ambiente moderno, il team è a disposizione per guidarvi nella scelta. La loro competenza si estende anche ai servizi di restauro d’autore, grazie al laboratorio interno specializzato nel riportare mobili antichi al loro splendore originale.

Restauro d’autore: mobili che tornano a vivere

Uno degli elementi distintivi di Serafini Antichità è proprio il suo laboratorio di restauro, dove ogni pezzo antico viene trattato con cura e rispetto. Grazie a tecniche artigianali tramandate di generazione in generazione e all’utilizzo di materiali di altissima qualità, i mobili tornano a vivere, mantenendo intatta la loro autenticità. Che si tratti di un cassettone d’epoca, una credenza o una poltrona in stile, il team di restauratori lavora con passione per garantire che ogni oggetto conservi il fascino del passato pur adattandosi agli standard di oggi.

Un’esperienza immersiva in oltre 3.000 metri quadrati di eleganza

Lo showroom di Serafini Antichità, con i suoi oltre 3.000 metri quadrati di spazio espositivo, è un ambiente accogliente e raffinato, dove ogni angolo racconta una storia. Ogni pezzo esposto è accuratamente allestito per far risaltare al meglio le sue caratteristiche, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva e stimolante. Gli amanti del design e dell’antiquariato troveranno una selezione che spazia dagli stili classici a quelli più eclettici, perfetta per arredare sia case che uffici con gusto e personalità.

Visita e scopri la nuova collezione autunno-inverno

Non perdere l’occasione di scoprire le nuove collezioni autunno-inverno da Serafini Antichità. Ogni visita al loro showroom è un’opportunità per trovare il pezzo perfetto che aggiungerà carattere e unicità al tuo spazio. Che tu stia cercando un mobile antico restaurato o un’opera di design moderno, Serafini Antichità ti aspetta con una vasta gamma di scelte in grado di soddisfare ogni esigenza estetica e funzionale.

Il fascino dell’antico si sposa con la raffinatezza contemporanea, e Serafini Antichità è il luogo dove questo incontro prende forma in ogni dettaglio.

 

L’attore Enzo De Caro in visita allo show room di Serafini Antichità

CIVITA DI ORICOLA – Bella sorpresa questa mattina allo show room di Serafini Antichità in via Colle San Giovanni a Civita di Oricola. Il team ha accolto un cliente speciale: il noto e grande attore nazionale Enzo De Caro. Brillante e simpaticissimo è rimasto affascinato dall’expo room amplissima e dalle tecniche di restauro del mobile antico.

Serafini Antichità, l’arte del restauro!

Il mobile antico è una passione. Nello scorrere degli anni riesce a conservare inalterato il fascino della storia che lo caratterizza. Un mobile passa attraverso epoche, generazioni, famiglie. Diventa parte integrante della nostra vita. Uno degli aspetti più caratterizzanti in questo settore è proprio l’arte del restauro. Una vera passione per Serafini Antichità che in adiacenza al proprio amplissimo show room di oltre cinquemila metri quadrati dispone di un laboratorio attrezzato e qualificato con restauratori che credono nel loro lavoro e riescono a riportate agli antichi splendori mobili e collezioni di antiquariato, che sembrano voler/poter essere inutilizzabili. Cosicchè Serafini Antichità restituisce il fascino alla storia, al mobile che prosegue inalterato il suo percorso d’arte e di creatività.

La dote principale di un restauratore è l’ amore per il proprio lavoro, condizione ideale perché un restauro riesca, nei limiti delle proprie possibilità e conoscenze.La prima fase del restauro consiste nell’individuazione tecnica-artistica di un mobile, ovvero la sua collocazione nel tempo, i metodi usati per costruirlo, lo stile che lo caratterizza. Acquisiti questi dati sarà fondamentale decidere il tipo di restauro da eseguire, questo può essere : conservativo o integrativo. Un restauro conservativo interverrà sul mobile solo con opere di consolidamento delle parti esistenti, salvaguardando, nei limiti del possibile, i “danni” acquisiti con il tempo. In un restauro conservativo non è necessario ripristinare, al punto di riportare il mobile alle condizioni in cui era quando fu costruito. Una gamba mancante va sicuramente rifatta, ma una tavola imbarcata, una cornice eccessivamente tarlata non devono essere reintegrate, ma consolidate per far si che la loro genuinità si prodighi nel tempo.

Il restauro integrativo, invece riguarda più da vicino i mobili che non hanno più un’anima, se non si interviene in maniera drastica. Ricostruendo una cornice mancante su di un’armadio, si ridonerà allo stesso il fascino che aveva perso lungo il suo percorso nel tempo. Fondamentale è scrivere un programma di interventi, in cui verranno elencati in maniera cronologica. Si inizia sempre con gli interventi di falegnameria, poi di pulitura e quindi di lucidatura.  Elencate tutti gli interventi che dovete eseguire, sia quelli che integrano una parte mancante, sia quelli che si limitano al reincollaggio di una parte che si è semplicemente distaccata. La pulitura del mobile è l’operazione che richiede più attenzione, un’errore è più o meno irreversibile. Cosa sacra è la salvaguardia dell’integrità della patina, quella colorazione che il mobile ha acquisito con il tempo, è irriproducibile, quindi attenzione all’uso di sostanze troppo aggressive (soda caustica, acidi di vario genere), o di abrasivi, oserei quasi vietati. Analizzate sempre il tipo di vernice che ricopre l’oggetto, non sempre è necessario sverniciare e comunque usate sempre un prodotto adeguato, solo in certi casi quando ormai la patina è compromessa, l’uso di sostanze o mezzi drastici è consentito. La lucidatura è quell’operazione finale che dona al mobile tutto il sapore del suo tempo trascorso. I metodi principali di lucidatura sono due quello a cera e quello a gommalacca, il primo destinato a mobili di origine popolare, il secondo a mobili di ebanisteria medio alta.

Per qualsiasi altra informazione potete rivolgervi direttamente a noi…